Alla scoperta dell’Elba nella città dei Medici

Non saremo Dan Brown, non avremo i mezzi della cinematografia americana, ma siamo certi che vi lasceremo senza fiato per lo stupore e la bellezza delle nostre mete di viaggio. A volte, per come la pensiamo noi, non c’è bisogno di andare lontano per immergersi in scenari totalmente nuovi e strabilianti. Siamo infatti convinti che i nostri beni culturali, italiani, toscani, elbani siano un viatico eccellente di storie sorprendenti, testimoni eleganti e poco valorizzati di un passato eccellente, che non va dimenticato, perché ci può far apprezzare maggiormente la terra in cui viviamo. Insomma, un po’ per tutto questo e anche perché ci piace esplorare territori, abbiamo organizzato per voi un fine settimana a Firenze.
Il 19 e 20 novembre prossimi, vogliamo ripercorrere insieme, sotto la dotta guida dello storico Giuseppe Massimo Battaglini, la nostra storia, i nostri gioielli architettonici, l’arte. Durante le giornate fiorentine scopriremo i fasti dell’isola d’Elba attraverso i cimeli che decorano i più importanti palazzi del potere dei Medici. Abbiamo pensato di portarvi nella capitale del granducato di Toscana, perché forse tanti non sanno che la storia di Portoferraio, ovvero la città ideata da Cosimo dei Medici, passa per scelte strategiche direttamente ideate dal lungimirante signore di Florentia. Nelle grandi sale di rappresentanza della più importante e controversa dinastia familiare della storia italiana, sono conservate ancora oggi preziose testimonianze della nostra isola, da sempre forziere di preziose pietre da costruzione e minerali di ferro, approdo strategico dei grandi traffici navali mercantili e da guerra.
Qui di seguito riproponiamo un breve riepilogo della lunghissima e complessa storia di Porto Ferraio, che passa dall’epoca romana, ai fasti rinascimentali, all’epoca moderna, conservando tutto il suo fascino e tante storie poco note.

Lo storico di Rodi Apollonio Rodio ci racconta di un luogo dove sbarcarono gli Argonauti di Giasone, partiti alla ricerca di Circe, questo luogo era detto Porto Argo (Argòos limèn, Ἀργῳος λιμὴν; da argòs, «bianco», per le scogliere di aplite tormalinifera biancastra) ed è oggi localizzato presso la spiaggia delle Ghiaie. Nell’area circostante, si trovano i resti di due ville marittime romane (villa delle Grotte e villa della Linguella) che testimoniano un’assidua frequentazione in età imperiale. Secondo una tradizione letteraria del XVIII secolo, non attestata da alcun riferimento storico e documentale, in età romana il sito si sarebbe chiamato Fabricia- da cui Borghi Fabbricii – in riferimento alle lavorazioni siderurgiche presenti nella zona. Dal XVIII secolo furono rinvenute tracce di un insediamento romano presso l’attuale centro storico di Portoferraio.

Il toponimo Ferraia o Ferraria, documentato a partire dal 1278, ha origine dalle attività siderurgiche presenti dall’epoca etrusco-romana. Il circondario di Ferraia  fu colpito nel 1544 dalla flotta di Khayr al-Din Barbarossa, con la distruzione del vicino fortilizio di Montemarsale e della pieve medievale dei Santi Giovanni e Silvestro. Successivamente, il distretto di Ferraia fu ceduto dagli Appiani per ordine dell’imperatore Carlo V ai Medici nel 1547. Nelle carte geografiche del XVI secolo si registra una mutazione del nome in Ferraio.

Portoferraio fu fondata per volere di Cosimo I, granduca di Toscana nel 1548, che affidò all’architetto Giovanni Camerini la progettazione di una città fortificata simbolicamente chiamata Cosmopoli, concepita come presidio militare per difendere le coste toscane, sede dei Cavalieri di Santo Stefano. Nel 1583 Giovan Battista Adriani la descriveva così: «Il poggio più elevato, che signoreggia e scuopre tutto il porto, fu chiamato il Falcone: l’altro men rilevato dalla forma della fortezza secondo la qualità del sito hebbe nome la Stella, spargendo le sue fortificazioni qua e là a guisa di razzi. Parimente fermarono un bastione sopra la bocca del porto, il quale fu chiamato dalla forma Linguella.»

La città di Cosimo, enclave toscana nel Principato di Piombino, all’inizio era poco più che un insieme di fortificazioni: Forte Stella, Forte Falcone, la Linguella e la bellissima cinta muraria. Nel 1694, ad opera del governatore Mario Tornaquinci, fu realizzato il cosiddetto Ponticello, una struttura – poi demolita nel gennaio 1925 – sul fossato artificiale che separava la città fortificata dal resto dell’isola. Nel 1700 furono lastricate le vie del centro storico, per volere del governatore Benedetto Guerrini, con lastre irregolari di calcare rosato estratto nelle cave marittime di Punta Pina e Punta degli Scalpellini, i due promontori che chiudono la vicina insenatura di Bagnaia.

La città rimase sotto il controllo del Granducato di Toscana fino al XVIII secolo quando l’isola, per la sua posizione strategica, fu al centro di una guerra tra Francia, Austria e Inghilterra. Nell’aprile 1814, con il Trattato di Fontainebleau, l’isola fu affidata a Napoleone Bonaparte come sede del suo primo esilio. Napoleone scelse Portoferraio come capoluogo dell’isola; nella città sono ancora presenti e visitabili le due ville che furono sua residenza, la Villa dei Mulini in centro e quella di San Martino.Fu grazie al regno dell’imperatore francese, seppur breve (1814-1815), che Portoferraio crebbe in importanza e modernità in maniera esponenziale, come tutta l’isola del resto, grazie alle infrastrutture create e alla valorizzazione delle miniere di ferro di Rio Marina. In questo periodo Portoferraio divenne il porto adibito al trasporto del ferro dalle miniere elbane al continente, e da ciò deriva il nome attuale. Successivamente Portoferraio tornò sotto il dominio del Granducato di Toscana fino all’unità d’Italia nel 1860. Nei “Bagni penali” della città fu rinchiuso Giovanni Passannante, a causa di un attentato nei confronti di Umberto I di Savoia.

Il 13 dicembre 1900, fu posta la prima pietra di un quartiere siderurgico con altiforni della società Ilva, poi distrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale; l’Ilva acquistò dal Demanio l’area delle vecchie saline per un costo di 140 000 lire. Tra il 1902 e il 1904 l’architetto Adolfo Coppedè progettò a Portoferraio alcuni importanti edifici, come il Palazzo dei Merli in stile neoquattrocentesco (1904) poi distrutto dai bombardamenti del 1944, il Palazzo degli Altiforni (1904) e la Fattoria di San Martino (1902). Portoferraio conobbe un periodo economicamente stabile, come tutta l’isola, grazie alle miniere di ferro fino agli inizi degli anni settanta, quando l’industria del ferro entrò in crisi. Nel 1958, nell’area portuale di Portoferraio, fu realizzata dall’architetto Emilio Isotta la cosiddetta “Palazzata a mare”, che con il contestato grattacielo doveva simbolicamente evocare il passato siderurgico della cittadina.
Nonostante la chiusura delle miniere di ferro all’Elba (1981), Portoferraio diede impulso all’industria del turismo che oggi rappresenta la principale fonte economica.

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